Controversie di lavoro: tutte le novità introdotte dalla Riforma Cartabia e dalla Legge di Bilancio

Controversie di lavoro: tutte le novità introdotte dalla Riforma Cartabia e dalla Legge di Bilancio

Con la Riforma Cartabia e la Legge di Bilancio sono state introdotte diverse novità in materia di controversie di lavoro.

Innanzitutto, la Riforma Cartabia ha apportato una serie di modifiche alla procedura di risoluzione delle controversie di lavoro presso il giudice del lavoro. In particolare, ha semplificato le fasi della procedura e ridotto i tempi per la definizione delle controversie, attraverso l’introduzione di nuovi strumenti.

L’entrata in vigore dei provvedimenti previsti dalla Riforma Cartabia in materia di controversie di lavoro è stata oggetto di modifica da parte della Legge di Bilancio 2023. Scopriamo le principali novità.

Analizziamo, dunque, le principali novità normative in materia di controversie di lavoro:

La negoziazione assistita è una delle migliori soluzioni per evitare il sovraffollamento all’interno delle aule dei tribunali. La negoziazione assistita, infatti, consente alle parti di disporre dei propri diritti anche al di fuori delle cosiddette “sedi protette” avvalendosi dell’assistenza dei rispettivi avvocati.

La negoziazione assistita non costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale e l’accordo raggiunto in sede di negoziazione non è impugnabile. La normativa prevede, inoltre, che l’accordo “è trasmesso a cura di una delle due parti entro 10 giorni ad uno degli organismi di cui all’art. 76 del decreto legislativo del 10 settembre 2003, n. 276” (che svolgono il ruolo di certificatori dei contratti di lavoro).

È stato abrogato il cosiddetto “rito Fornero”, pertanto, come avveniva prima, il lavoratore che intende impugnare il licenziamento comminato dal datore di lavoro dovrà farlo ricorrendo al normale rito ordinario.

Inoltre, è introdotto un rito specifico laddove si impugni un licenziamento avanzando domanda di reintegrazione nel posto di lavoro. Un procedimento orientato alla celerità dal momento che il giudice può decidere di ridurne i termini sino alla metà, ovviamente sempre nel rispetto del diritto di difesa delle parti. A tal proposito, i giudici saranno tenuti a dare priorità alla trattazione dei ricorsi, assicurando la concentrazione della fase istruttoria e di quella decisoria.

Introdotta la possibilità per il lavoratore di avanzare domanda di nullità del recesso per “licenziamento discriminatorio” con i riti speciali previsti, a seconda delle fattispecie.

Nello specifico, in materia di discriminazione di genere, è prevista una procedura d’urgenza azionabile su ricorso del singolo lavoratore (o delle figure e organizzazioni che lo rappresentano). Il giudice, nei 2 giorni successivi, qualora ritenga sussistente la violazione delle norme antidiscriminatorie richiamate, ordina all’autore del comportamento denunciato la cessazione del comportamento illegittimo e la rimozione degli effetti. Contro il decreto è ammessa (entro 15 giorni dalla comunicazione alle parti) opposizione davanti al giudice che decide con sentenza immediatamente esecutiva.

Le controversie in materia di discriminazione per motivi razziali, etnici, linguistici, nazionali, di provenienza geografica o religiosi, convinzioni personali, handicap, età o orientamento sessuale trovano ora regolazione nel nuovo rito semplificato di cognizione. Peculiarità di tale rito speciale è che le parti, nel giudizio di primo grado, possono stare in giudizio personalmente.

Nell’ambito del processo del lavoro, il Giudice potrà stabilire che l’udienza si svolga mediante collegamenti audiovisivi a distanza (udienza da remoto), ovvero sia sostituita dal deposito di note scritte contenenti le sole istanze e conclusioni, quando non sia necessaria la presenza delle parti o altri soggetti diversi dai difensori.

Le parti potranno comunque opporsi (in un termine perentorio di 5 giorni) al provvedimento che disponga l’udienza da remoto, facendo istanza che la causa venga trattata alla presenza delle parti. Tuttavia, è rimessa al giudice la decisione finale che provvederà con decreto non impugnabile.

Anche nelle controversie di lavoro, sentite le parti, sarà possibile il rinvio pregiudiziale, da parte del Giudice di merito alla Corte di Cassazione, degli atti del procedimento per la risoluzione di una questione esclusivamente di diritto.

Nello specifico, le questioni pregiudiziali sono:

  1. la questione è necessaria alla definizione anche parziale del giudizio e non è stata ancora risolta dalla Corte di Cassazione;
  2. la questione presenta gravi difficoltà interpretative;
  3. la questione è suscettibile di porsi in numerosi giudizi.

Il principio di diritto enunciato dalla Corte è vincolante nel procedimento nell’ambito del quale è stata rimessa la questione e, se questo si estingue, anche nel nuovo processo in cui è proposta la medesima domanda tra le stesse parti.

Tuttavia, le novità introdotte dalla riforma Cartabia e dalla Legge di Bilancio non hanno risolto tutte le controversie riguardanti il lavoro. In ogni caso, l’introduzione di nuovi strumenti e nuove normative rappresenta un importante passo avanti nella definizione delle controversie di lavoro e nella tutela dei diritti dei lavoratori. Sarà importante seguire da vicino gli sviluppi delle normative in questo campo per comprendere meglio le future opportunità e le sfide per i lavoratori e per le aziende.

Fonte Articolo: https://www.fmtslavoro.it/controversie-di-lavoro-cosa-cambia-con-la-riforma-cartabia-e-la-legge-di-bilancio/

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